6 dicembre 2012

maandateacagare

Non fate altro che cercare di distinguervi per finire con l'essere tutti uguali, e sottolineare pesantemente la negatività di quelle poche cose che vi differenziano.

15 novembre 2012

Motivi per restare

Sono troppo diretta?
Davvero sono così esplicitamente offensiva?

Effettivamente la pazienza non è una delle mie virtù, tanto meno la gentilezza.
Probabilmente perché non ho interesse delle probabili ripercussioni delle mie azioni.

Perché dovrei fingere? Per educazione?
Quindi prendere per il culo la gente è educato?

Bah, preferisco farmi detestare, per quel che me ne interessa.

Non ne ho più.

25 ottobre 2012

determinazione

Chiedere aiuto a qualcuno pesa.
Pesa estremamente.

Si cerca quindi, in tutti i modi, di raggiungere una, seppur parziale, autonomia.
Impiegando il doppio del tempo, il doppio della fatica.
Orgoglio.

Questa matrice radicalmente individualista molto disprezzata dalla massa, non è di facile disfatta, specialmente in mancanza di un valido motivo per farlo.

Può capitare di accantonarla temporaneamente per una debolezza.
Quando tornerà a farsi avanti, però, sarà più insistente di prima.

19 ottobre 2012

deduzioni

Pecco un po' di presunzione.
Neanche poca.

Soprattutto nel fare certe considerazioni, che dire approssimative è riduttivo e, tanto meno, indicativo.

Limitate forse.

Circoscritte in un campo fin troppo suppositivo.
Suppositivo pessimisticamente, oltretutto.

Bisognerebbe anche capire se si tratta di un'affermazione riferita ad un caso specifico.
Ma in tal caso è comunque sbagliato porla genericamente.

16 ottobre 2012

fraintendimento

Mi divertono quegli irrisori tentativi di provocazione.
In particolar modo quando il mittente travisa completamente la personalità del destinatario.

A quel punto, quell'aria di sfida, fa nascere in te un po' di commiserazione nei suoi confronti.
Forse anche per l'ostinazione con cui brama sottolineare la sua superiorità, interpretando la tua totale non curanza come una tattica per sviarlo.

Per quanto tu possa fregartene, lui penserà di aver raggiunto il suo obiettivo.

Quindi, in definitiva, vince lui.

1 ottobre 2012

vista

Comprendere il motivo alla base dei comportamenti altrui, mi è ostico.

Soprattutto, ovviamente, se non rientra nei miei canoni.
Soprattutto, ovviamente, se la domanda sulla motivazione è irrisolta.

Se non c'è uno scopo, è dunque da considerare futile?
E questa vanità è considerata massivamente in modo oggetivo?
Se così fosse, perché si agisce lo stesso?

Cosa producono azioni fini a sé stesse?

Non riesco a capire.

21 settembre 2012

tatto

A volte non ascolti.

Senti una miriade di toni, confortanti per lo più.
Ti perdi nelle espressioni.
Nei gesti.
Nei movimenti indotti.

E pensi allo stato emozionale del conversatore.
A cosa voglia raggiungere.
A cosa sottendano quelle parole.

Poi, quando non senti più nulla, automaticamente esci da questo coma temporaneo.

E speri vivamente che non ti sia stata riferita una domanda.

18 settembre 2012

16 settembre 2012

rosso

Non te ne rendi conto, ragionevolmente.
Il valore del reso è inestimabile.
Anche il massimo impegno non sarà mai abbastanza.

3 settembre 2012

rana

Vento forte, irragionevole, freddo.

Spazza via tutto.
Idee.
Pensieri.
Azioni.

Scivolano via così facilmente.

Davanti a te solo quel bicchiere ghiacciato.
Silenzio tutt'intorno.

L'affermazione è tua.

27 agosto 2012

essere umani

Quanto può essere irrazionle l'attaccamento affettivo agli oggetti?
Riconoscergli la capacità di provocare un'emozione.

Un semplice bottone, un elastico, un quaderno.
Che sia un altro limite questa necessità della nostra coscienza di condensare qualcosa di volatile in un qualcosa di materiale?

C'è una finitezza spaventosa a circondarci, tutto il mondo che vediamo.
Ci da' delle leggi, che noi assorbiamo e riflettiamo nel nostro comportamento.

Fino a che punto riusciremmo a vivere/capire al di fuori di questo mondo con queste regole?

Ahhh che rabbia!

18 agosto 2012

coerenza

Cerco di entrare in un'ottica diversa per capire quali siano i benefici del mostrarsi per ciò
che non si è.

Voglio dire: può piacerti Bach, ma questo non significa mica che tu debba andare in giro col parrucchino bianco e riccio, ed il calzino altezza ginocchio.

Scindere un'ideale da un movimento non mi sembra poi così blasfemo.

Ascoltare un genere musicale non significa doverne necessariamente accettare anche i vari movimenti stilistici annessi.
Anche perché l'interpretazione è sempre libera; ciò che per te è "blue", per me potrebbe essere "grigio".

Mi sorge quindi il dubbio che tutto torni sempre sullo stesso punto: la dimostrazione di originialità.
La perenne personificazione di una contraddizione di sé stessi.

Cosa, nel giudizio altrui, vi spaventa al punto tale da eclissare il vostro essere?


17 agosto 2012

scatto

Impulsivamente vorresti congelare quel ricordo, quella sensazione, quell'odore.
Fai del tuo meglio per catturarlo al massimo della sua veridicità, ma niente.
Neppure lontanamente.

Ti prende allora quel mal di stomaco, quello che ti fa pensare che stia levietando verso l'epiglottide.

Lo vorresti identico, non una copia sbiadita.
Eppure sei costretto a mandar giù il boccone amaro.

Cerchi di affidarti almeno alla tua buona memoria sensoriale, e decidi di legarlo a qualcos'altro.

2 agosto 2012

volume

Trovo il cercare nella "perdita" di autocontrollo, la felicità, appena appena ipocrita.

Sembra più un miserabile tentativo di ottenere una sorta di alibi, per adottare determinati atteggiamenti che non si avrebbe altrimenti coraggio di avere da "sobri".

Si tende a pensare che il divertimento sia direttamente proporzionale al grado di disinibizione raggiunto.
Ora la mia deduzione è che a maggiore timidezza corrisponda una maggiore necessità di disinibizione.

Ma nel momento in cui c'è piena consapevolezza di sé, quindi una totale fiducia in sé stessi, non c'è traccia (o per lo meno non dovrebbe) di inibizioni mentali.
Dunque non c'è necessità di perdere il "controllo"?

Probabile che la mia considerazione sia fatta sotto il punto di vista sbagliato, ma trovo che il nascondersi dietro un bicchiere sottenda sempre una certa pavidità.

25 luglio 2012

espressioni

Mi chiedo quanto sia difficile esprimersi.

Elaborare una domanda, e rispondere.
O se non altro cercare di capirla.

Qui siamo ben oltre l'alienazione.
Parliamo di una proiezione di sé stessi a unica interlocutrice in qualsiasi discorso.
Non sei più tu a parlare, vieni soppiantato da questa immaginaria figura "mistica".

E non c'è tentativo alcuno di comprensione.
Un reset totale nella mente ed una risposta, ad una domanda immaginaria, totalmente avulsa dal contesto.

E finché non studi il comportamento del soggetto, arrivi a pensare che sia tu a non essere in grado di interagire.

Il caffé non fa effetto in questi giorni, ok. Ma in questo caso non c'è proprio interazione.
E credo di essere ancora sana di mente.

13 luglio 2012

infanti

Potrebbe essere stata un'influenza pesante:
l'impostazione a vedere oggetti tangibili come irraggiungibili, lontani, utopici. 

Considerarli e figurarli solo come pensiero astratto.

Qui gioca un ruolo fondamentale la curiosità.

Quella sete di conoscenza non fa ché aumentare la tua consapevolezza di sapere solo un'infinitesima parte del tutto. Ma al contempo ti rende, seppur minimamente, anche più sicuro di te nel contesto confrontativo.

Questo ti porta quindi a considerare diversamente l'insieme, a comprendere in maniera più significativa il complesso.
Di conseguenza capisci anche quanto i limiti che ognuno si pone, siano, da un punto di vista differente, davvero vani ed insignificanti.

A questo punto è scontato il tuo tentativo di cambiamento alla visione di quell'individuo, ma altrettanto scontanto sarà il suo approccio al tuo "metodo", e la sua declinazione all'invito.


5 luglio 2012

Freddo


Sono molti i motivi per cui si fanno determinate cose.
E si finisce per essere travisati nella maggior parte dei casi.

C'è chi cerca di capire cosa tu voglia da lui, chi indaga su un tuo possibile guadagno da trarne,
chi pensa che tu abbia qualcosa da farti perdonare [...].

Mi piace pensare (o forse sperare) che esista una minima percentuale a cui faccia piacere ricevere determinati gesti incondizionatamente, punto e basta.

Si, è un mondo di fregature, sono d'accordo; però esiste ancora qualcuno vecchio stampo.

14 giugno 2012

Colazione

Fondamentalmente odio le lunghe citazioni.
Se di un discorso non può essere fatto un buon sunto, il discorso è, seppure interessante, opaco.

In più odio quelle citazioni imperative.
Affidarsi alle indicazioni di qualcuno indica l'incapacità di decidere per se stessi, e creare un gregge non è un incentivo per l'umanità, e neppure per il proprio ego.

La lettura è stata soppiantata dall'immagine, e l'immagine dal video.

Preferisco delle metafore, qualsiasi esse siano.
Ognuno ne trarrà la propria conclusione e ne farà il proprio obiettivo prossimo.

4 giugno 2012

hate

La tua esistenza in effetti mi conforta.
E non c'è interesse in questo.

È piuttosto un conforto volatile, imparziale.
Legato principalmente al dialogo.
Allo stimolo che provoca in me quell'apertura al confronto.

Mi crea una sorta di dipendenza mentale.

31 maggio 2012

Controversia

Non comporta necessariamente un'iraconda disputa.
O meglio sarebbe utilizzare un condizionale.

Riuscire a domare una controversia potrebbe rivelarsi un ottimo spunto costruttivo.
Nei casi più fortuiti si potrebbe addirittura ottenere il tutto senza neppure rendersene conto.

Si dovrebbe cercare il confronto più spesso.
Si dovrebbe poterlo cercare, in realtà.

Siamo smisuratamente lontani dalla comunicazione.

24 maggio 2012

Vanità


L'anima è la combinazione delle esperienze personali.
Una sorta di schema nel nostro cervello.
Essa è contenuta in un corpo, che ci da la possibilità di raggiungere fisicamente queste esperienze.
Il mezzo, dunque.

L'abitare su questo pianeta, dove fin dagli antichi tempi si è considerata maggiormente la bellezza del corpo ché la profondità dell'anima, mi da' da pensare.
Quando si è vecchi si capisce l'importanza della mente, oppure si compiange la bellezza del corpo?
Badate bene, non sto parlando di salute del corpo, ma di bellezza.

Col tempo il corpo si degrada fino a decomporsi, di questo ne siamo certi.
Non sappiamo però che fine faccia l'anima.

Voi su quale delle due puntereste?

8 maggio 2012

apparenze

Conoscerai un'infinità di persone.
Belle, visivamente.
Attraenti, sessualmente.
Seducenti, fisicamente.

Ti resteranno in testa, come un'incompiuto tentativo, una irrecuperabile occasione.
Ossequiate come Dei, elevate a modello.

La realtà è che non avrai avuto mai abbastanza tempo per scrutare i loro pensieri, e realizzare l'inconsistenza delle loro menti.

4 maggio 2012

Allergeni

Succede spesso eh.
Dici agli altri di fare qualcosa, perché in fondo sai di non avere il coraggio di riferirti a te stesso.
Coraggio di interpretarti.
Coraggio di fare scelte rivoluzionarie.
Perché cambierebbe tutto.
Troppo.
E resti li a pensare quanto sia giusto farlo, senza agire.
Sei un perdente. Anche per questo.

2 maggio 2012

imparzialità

Essere obiettivi, alla fine, ripaga sempre.

In primis perché la scelta è svincolata da fattori temporanei.
In secundis perché tiene in considerazione tutto.

Proiettare gli eventi su qualcun altro, riflettendo su come avrebbe dovuto reagire, potrebbe essere un buon metodo per essere obiettivi .

Ogni tanto la gente potrebbe tornarvi utile.

26 aprile 2012

diversità

Che poi alla fine non capisci bene se possa essere una tattica, o se sia veramente un tratto.

Scialba tuttavia intrigante.
Svampita tuttavia sapiente.
Serafica tuttavia astuta.
Visionaria tuttavia realista.

Ah, che profumo c'è nell'aria.

23 aprile 2012

challenge

Le sfide ardue, poi, le brami.

Inizi apatico, pensando che non ne trarrai gioia alcuna, per la semplicità con cui ti si propone.
Ma poi, invece.

Si trasformano in qualcosa di contorto e sfuggente, e tu ne resti meravigliosamente affascinato.
Ed è qui che il tuo entusiasmo ti fa esigere, ancora più ardentemente, la vittoria.

Non sai come.
Non sai quando.
Ma sai che gusterai avidamente la conquista.

20 aprile 2012

TAG

Etichette, etichette, etichette.

Siete consapevoli che, comunque, non siete lo stesso in grado organizzarvi?

Dovreste arrendervi all'idea che non tutto sia classificabile.
Esiste ancora (anche se in maniera quasi del tutto esoterica) una forte radice individualista.

Quindi siete pregati gentilmente di non spostare chiunque in uno scatolone celebrale in base a generiche considerazioni.

Grazie.

12 aprile 2012

misoginia

Chiedo umilmente scusa, ma non riesco proprio a non sentirmi profondamente offesa dai discorsi tra donne.

Tutto ruota intorno ad argomenti così fatui: la cucina, l'abbigliamento, le acconciature, il matrimonio, i figli [...] .

Proprio non capisco come diavolo sia possibile.

Insomma, non c'è altro?
Davvero, non avete bisogno di esprimervi su altro?
Confrontarvi, magari, su argomenti più interessanti, profondi, concreti?

Possibile che non troviate stimolo alcuno su qualcosa di culturalmente più elevato?
Nessuna brama di conoscenza?

Presuntuose.

10 aprile 2012

Buon Compleanno

Mi ricordo ancora quanto erano morbide le tue guance, e ruvide le tue dita sottili.
Non lo dimenticherò mai.

Sono sicura che adesso sarai contenta.
Egoisticamente, però, mi manchi da morire.

2 aprile 2012

They want your soul, and your money...

Mi accusate di essere cinica, va bene.
Mi accusate di essere pessimista, va bene.
Mi accusate di essere misantropa, va bene.

Ora però dimostratemi come potrei non essere cinica, in un mondo così materialista, e così improntato all'acquisto di beni inutili come obiettivo di infinite ore di lavoro.

Come potrei non essere pessimista quando ci sono persone che non hanno imparato neppure a parlare la lingua che usano tutti i giorni.

Come potrei non essere misantropa quando ho di fronte a me persone che si preoccupano del solo lato sessuale di ogni gesto, oggetto, persona.

Ditemi come diavolo pensate che riusciremo a cambiare questo paese se ce ne freghiamo altamente di chi ci gestisce, e restiamo sul divano a cercare di scorgere un paio di mutande davanti alla tv.

Non vedo resistenza.
2+2=5.

29 marzo 2012

Automi

In effetti, forse, non mi rendo conto di trattare le persone come se non fossero tali.

Nel senso, non come una forma di vita esistente, con un background esperienziale (quant'è cacofonica sta parola?).

È come se li considerassi degli oggetti, che parlano si muovono, interagiscono con me, e non esistessero dal punto di vista emotivo, personale, intellettuale.

Sono proprio una brutta persona.

23 marzo 2012

Relatività

Onestamente, quante persone in grado di cambiare il mondo avete conosciuto?

Ora, non starò qui a sputare teorie riguardo al profondo quanto complesso mistero della vita, ma,
immaginate il vostro fututo.
Studi, lavoro, famiglia, bambini, pensione (con i dubbi del caso), nipotini, casa di riposo, bara.
Tutto qui?

Se avete l'impressione che vi stia giudicando, avete perfettamente ragione.

Andiamo.
Siamo la forma di vita più evoluta su questo fottuto pianeta, e voi mi volete dire che l'obiettivo medio di una persona è questo?
Forse sarò io che tendo a tornare sempre sullo stesso argomento, ma dovremmo aspirare a qualcosa di più alto.

I punti sono fondamentalmente 2:
  • O l'uomo moderno soffre del complesso di inferiorità nei confronti del mondo, ma non del mondo come massa, del mondo come singolo;
  • Oppure si ritiene così al di sopra della complessità da propinare la sua intera esistenza al compiacimento di piaceri sterili.

Cambiare il mondo era la prospettiva di grandi uomini del passato, e oggi non c'è più nessuno che aspiri a farlo.
Noi vittime del cambiamento, anziché fautori.

Dovremmo fare una lista delle priorità per capire quali siano i nostri limiti e le nostre aspettative, e capire che difronte all'universo siamo enormemente insignificanti si, ma dal punto di vista "misurativo".

9 febbraio 2012

It

Cercare, e finire con l'essere trovati.
Scoprire, e finire con l'essere scoperti.
Pensare, e finire con l'essere pensati.


Pedone in G3.