Trovo il cercare nella "perdita" di autocontrollo, la felicità, appena appena ipocrita.
Sembra più un miserabile tentativo di ottenere una sorta di alibi, per adottare determinati atteggiamenti che non si avrebbe altrimenti coraggio di avere da "sobri".
Si tende a pensare che il divertimento sia direttamente proporzionale al grado di disinibizione raggiunto.
Ora la mia deduzione è che a maggiore timidezza corrisponda una maggiore necessità di disinibizione.
Ma nel momento in cui c'è piena consapevolezza di sé, quindi una totale fiducia in sé stessi, non c'è traccia (o per lo meno non dovrebbe) di inibizioni mentali.
Dunque non c'è necessità di perdere il "controllo"?
Probabile che la mia considerazione sia fatta sotto il punto di vista sbagliato, ma trovo che il nascondersi dietro un bicchiere sottenda sempre una certa pavidità.
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